giovedì 25 aprile 2013

mercoledì 24 aprile 2013

L'angolo del cinema - El estudiante

Cari amici, oggi il post è dedicato nuovamente al cinema messicano, che tanto mi piace e spero possa piacere anche a voi.

Il film che voglio raccontarvi oggi è El estudiante, una pellicola drammatica del 2009 e opera d'esordio del regista Roberto Girault. El estudiante si è presentato alla entrega de diosas de plata (la notte degli oscar messicana) con dodici candidature e vincendo sei statuette: miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, migliore attrice non protagonista, migliore colonna sonora e migliore canzone.



Chano, un uomo di settant'anni, decide di iscriversi all'università di Guanajuato (la bellissima città dove il film è ambientato) e studiare letteratura. Lì incontrerà un gruppo di giovani, con i quali dovrà rompere il gap generazionale e creare dei rapporti di amicizia e intimità che arricchiranno sè stesso e gli altri. Come un moderno Don Chisciotte farà i conti con l'amore, l'amicizia, i sogni e i desideri della vita.

Non so bene cosa dire, se non che è davvero romantico e commovente. Non sento di farne una buona recensione, ma il mio scopo non è tanto questo quanto invitarvi a guardarlo davvero.

Sono sicuro questo film potrà lasciarvi qualcosa. Questo è quello che si dovrebbe pretendere dal cinema, e questo film riesce a comunicare davvero ciò che promette.

Questo è il trailer sottotitolato in inglese. Qui sotto trovate quello senza sottotitoli.



Sempre su Youtube trovate il film completo, che non è però sottotitolato.
Vi lascio anche il video della canzone vincitrice del premio.



Buona visione a tutti!


Colgo l'occasione per annunciarvi che da domani inizierò qui sul blog un nuovo racconto a puntate su alcune avventure e disavventure che mi sono capitate tutte in una volta sola. Non fatevelo scappare!

lunedì 22 aprile 2013

Enchilarse - voce del verbo chili

Ne avevo avevo accennato qualche post fa nei commenti, e Carlo mi ha chiesto a riguardo di questo "enchilarsi", il post di oggi sarà a questo riguardo.

Quando dissi che partivo per il Messico tutti gli amici avevano generalmente due cose da dirmi: una era la sempreverde richiesta "Ehy, poi quando torni me la porti un po' di coca? ahahah" che poi ci sono paesi più famosi per la coca, però poi ho trovato solo la pepsi, e quindi... (vecchia, vecchissima, lo so... mi dispiace, ma almeno l'ho sparata e non ci penso più)

La seconda cosa era più un avvertimento, del tipo "occhio che lì mangiano un sacco piccante eh" e io lo so che il piccante poi mi dà alla testa, ma non me ne facevo il problema.
Poi avevo ragione, visto che il piccante spesso è un'alternativa e c'è molta gente a cui non piace, però c'è chi, come sempre, in queste cose va un po' oltre.

Noi ci piace uscire la sera, berci del buon vino (ma anche quello cattivo, che poi lo sapeva pure lo sposo a Cana come va a finire) e finire la serata un po' brilli a raccontarci chi ce l'ha più lungo (io generalmente non lo faccio, ma mi dicono così) e cose simili.
Vabbè, anche i messicani lo fanno, non con il vino e in genere nemmeno solo la sera ma anche durante il giorno. Però noi non ci enchiliamo. Loro sì.

In sostanza è una figata, ed è solo questione di mettersi a mangiare roba piccante, ma piccante forte, fino a stare male. Cosa da essere super accaldati, sentirsi la febbre e sentirsi dentro tutto un fuoco, però non metaforico. Ecco, ai messicani piace, è un po' come bere per il gusto di bere. 

Ma mica solo con i cibi normali, tipo la torta ahogada (che è un panino, non una torta) tipica di Guadalajara e piccantissima da morire, o con altri piatti buonissimi.
Anche con i dolciumi, che piacciono un sacco ai bambini!


Tipo il dolcetto al caramello ricoperto di chili in polvere... L'immagine dice già abbastanza, no? Io in preda al delirio ne ho voluto comprare uno diverso, alla frutta ma sempre con chili in polvere, mentre aspettavo che le lenzuola asciugassero alla lavanderia. Una sola volta.

Ecco, io invidio i messicani. Avevo paura che dovessero amputarmi la lingua. Secondo me quei bambini non sono come noi, devono essere a base di silicio.

venerdì 19 aprile 2013

Il quizzone di aprile - La soluzione

Bentornati ai cari amici di ¡No Mames! con il post dedicato alla soluzione della prima parte del quizzone di questo mese!

Come ricorderete, il primo quesito, il più semplice, consisteva nell'individuare correttamente l'oggetto dell'immagine riportata, ovvero questa:


Come hanno giustamente pensato bista92 e F. l'oggetto è la "meta" o il canestro del gioco della palla praticato in Messico già nell'antichità. Per la precisione, ed in questo F. è stata molto precisa, questo disco si trova a Chichen Itza, in Yucatan, nel campo da gioco del complesso.


L'immagine, come di consueto, era stata rovesciata, ma non vi siete fatti trarre in inganno. Bravi!

In conclusione, complimenti a bista92 che per primo ha individuato cosa fosse l'oggetto del quesito, ma anche a F. e D. che hanno saputo dirmi anche il luogo in cui si trova.
Ringrazio anche Carlo che, nonostante sia arrivato tardi, sono sicuro avesse avuto le idee chiare.
Complimenti!


Vi ricordo comunque che la seconda parte del quizzone non è ancora terminata, e le risposte saranno ritenute valide per un'altra settimana data la difficoltà della richiesta. Provateci!
Scrivo nuovamente qui l'enigma.


Quizzone numero 2: completare la frase



Ra yn bevyyn qry Cbmb qr ybf oehwbf qr nthn unl ha cnfnwr dhr yyrtn ny vasenzhaqb.

20.687857,-88.567743

Phngeb pnzvabf, fbyb hab cnen yyrtne ny ???????



In bocca al lupo!

martedì 16 aprile 2013

Fare il turista a Puerto Vallarta

(Vi ricordo, prima di cominciare, che il quizzone di aprile è ancora aperto e siete invitati tutti a partecipare! Inoltre, se vi aggrada, sulla colonna di destra c'è un piccolo sondaggio che mi farebbe molto piacere se vi pastecipaste. Grazie)

Mi sono spostato più volte da Guadalajara a Puerto Vallarta, anche perchè con poca spesa e poche ore di viaggio potevo andare al mare in tranquillità; per di più non ho mai alloggiato in hotel, ma ospitato in un appartamentino nel pueblo. Così un fine settimana di mare risultava accessibile davvero con poco.

Fa strano però, devo dire, fare il turista in Messico senza stare nei posti per turisti. Anche perchè in genere, soprattutto nelle località di mare, la zona degli hotel è sempre distante e isolata dal resto della città. Il che è bello perchè non ti ritrovi per le palle i turisti americani, che sono quasi più fastidiosi degli italiani, ma d'altro canto ho sempre avuto l'impressione di essere guardato con aria sospetta, visto che di stranieri non se ne vedono mai.
E in effetti fa un po' impressione anche vedere le strategie urbanistiche messicane per dividere la zona turistica dalla città vera e propria: a Cancun la zona hotelera è su una striscia di terra collegata alla terraferma da due ponti che portano al centro, a Tulum questa dista qualche minuto di auto dal centro e a Playa del Carmen addirittura la zona turistica sul mare è separata dal resto della città da un muro. Tanto per darvi un'idea. Anche a Puerto Vallarta gli hotel sono ben distanti dalla città.

Quello che è più irritante, però, è che ci sono pochissime spiagge libere e la maggior parte sono tutte di proprietà degli hotel. La prima volta mi ci volle un po' a trovare un posto decente, siccome ero solo e mi toccò andare a naso.

Prima trovo spiagge libere vicino agli hotel ma sporche e con divieto di balneazione. Poi arrivo al malecon (che è il lungomare, ma la prima volta che mi indicarono di andare verso il "malecon" non avevo capito molto bene e avevo inteso il "maricon" che non è mi aggradasse molto...) e nemmeno lì sono proprio pulite ,anzi fanno un po' schifo, che ti viene da pensare che a farci il bagno poi dopo invece di una doccia mi tocca fare una profilassi, e però dopo un buon pezzo si arriva alla Playa de los Muertos, che una volta c'erano i pirati e ora ci sono solo uomini che giocano a schizzarsi e donne con il papero. A metà tra le due però poi la spiaggia decente si trova. E per fortuna siamo distanti dagli hotel degli americani. Acqua pulita e spiaggia altrettanto.

Ah, però c'è una cosa fichissima a Puerto Vallarta che è il canopy. Ci sono stato perchè sono stato inviato dalla ditta che sponsorizza quei tour e ci sono andato gratis come osservatore. In pratica ti lanci con una carrucola appesa ad un cavo d'acciaio da una parte all'altra della vallata, in mezzo alla giungla ad altezze mica da ridere (la tratta più alta era 201 metri di altezza e 263 metri di lunghezza).


Se ci fate caso, a destra c'è una casetta, che è uno dei punti da cui si parte e arriva con la carrucola. Bellissimo.

Ah, e ci sono due curiosità interessanti. La prima è che proprio in questa foresta ci hanno girato Predator, il film con il governatore della California, e fa un po' impressione sapere che l'elicottero è ancora lì da qualche parte.
La seconda è che a metà tour di canopy si arriva in una stazione dove gratuitamente fai degli assaggi di tequila artigianale, e se ti piace alla fine puoi portartene via qualche bottiglia.

Così, giusto per dare un po' di sprint al resto dei lanci.

sabato 13 aprile 2013

Il quizzone di aprile!

Ciao a tutti amici, e benvenuti al consueto appuntamento con il quizzone mensile!

Questa volta ho deciso di apportare alcune modifiche al sistema con cui vi sottopongo gli enigmi, e quindi il quizzone non sarà più composto da una sola sfida, bensì due. In pratica, un doppio quizzone, per accontentare tutti.

Infatti queste due sfide hanno gradi di difficoltà differenti. Il primo quiz è abbastanza semplice ed accessibile a tutti. Il secondo si rivelerà più complicato per alcuni, ma non è niente di mostruoso. Certo sarà difficile risolverlo da soli con carta, penna e buona volontà. Google vi sarà molto d'aiuto, usatelo.

Chi riuscirà a risolvere il primo enigma avrà pubblica stima sul blog. Chi riuscirà nel secondo avrà un premio concreto e tangibile a sorpresa!

Iniziamo dunque con le domande!


Quizzone numero 1: riconoscimento
Dovete indicarmi cos'è il soggetto della fotografia, e dove si trova.




Quizzone numero 2: completare la frase



Ra yn bevyyn qry Cbmb qr ybf oehwbf qr nthn unl ha cnfnwr dhr yyrtn ny vasenzhaqb.

20.687857,-88.567743

Phngeb pnzvabf, fbyb hab cnen yyrtne ny ???????




Il primo quizzone terminerà alle 23 e 59 del 19 di aprile. Il secondo durerà una settimana in più, e si chiuderà alle 23 e 59 del 26 di aprile.
In bocca al lupo, e che vinca il migliore!

venerdì 12 aprile 2013

Capitan America ce fa 'na sega (a du' mani)



Per la cronaca, "me la pelan" si può tradurre con "me lo succhia" -sempre Capitan America, s'intende.




via 9gag.com

La guerra al narcotraffico

Ho ragionato riguardo al video dei CJNG di ieri, e credo che un piccolo sunto riguardante la lotta al narcotraffico e a ciò che è successo negli ultimi anni in Messico potrebbe essere d'aiuto e d'interesse a chi legge questo blog. Le notizie sono reperibili ovunque online, ma si trova molto e spesso in maniera confusa, quindi vi farò un breve riassunto dei punti salienti. Questo post non vuole essere esaustivo nè un reportage giornalistico: il mio intento è dare a chi mi legge una piccola infarinatura a riguardo della lotta al narcotraffico di cui (almeno qui) si sente spesso parlare.
Disclaimer: non voglio spaventare nessuno, nè tantomeno dissuadere chi avesse intenzione di recarsi in Messico, che rimane un luogo meraviglioso e molto vivibile. Io stesso vi ho vissuto nel periodo più caldo della lotta al narcotraffico e i pericoli per le persone comuni sono alti solo nei luoghi sbagliati, dove difficilmente vi troverete mai. Però sono storie che vale la pena raccontare.


Avete mai sentito parlare di Pablo Escobar? Tra gli anni '80 e '90 fu il più potente narcotrafficante colombiano e uno degli uomini più ricchi al mondo. In questo periodo si espande fortemente il fenomeno anche in Messico, che già da molti anni era il principale territorio di passaggio delle droghe dirette verso gli Stati Uniti. I narcotrafficanti messicani negli anni '90 che già lavoravano con eroina, oppiacei e cannabis si sviluppano maggiormente tramite gli accordi con i gruppi colombiani e si espandono anche nel mercato della cocaina. Cosa succede: da principali trasportatori diventano anche distributori sul territorio. In questo modo si rafforzano i gruppi e si creano grossi cartelli indipendenti, tra cui il Cartello di Sinaloa e il Cartello del Golfo, a cui seguono molti altri. Nella mappa (via Wikipedia) qui sotto vi sono indicati ad oggi i vari cartelli e le loro aree di influenza.



In rosso, il Cartel de Tijuana, in arancio il Cartel de Beltràn-Leyva, in giallo il Cartel de Sinaloa, in "marrone" (in alto a nord, piccolo) il Cartel de Juarez, la Familia Michoacana e i Cavalieri Templari in verde, il Cartel del Golfo in azzurro e Los Zetas in blu. Non segnato, presente in Jalisco, Veracruz, Gualajuato, Michoacàn e Colima, c'è il CJNG e il Cartel del Milenio, in Michoacàn e Jalisco e altri gruppi minori.

Di questi c'è da sottolineare alcuni.
Il Cartel de Sinaloa (da cui è uscito sia il Cartel de Beltràn-Leyva che i Los Negros, dapprima nati come braccio armato dei Sinaloa, ora alleati con Los Zetas) uno dei più sviluppati dal 2000 in poi.
Il Cartel de Juarez, operante sul confine tra gli Stati Uniti, responsabile delle atrocità degli ultimi trent'anni nella tristemente famosa città di Juarez (dove si registrano ad oggi diverse migliaia di donne e minori scomparsi).
La Familia Michoacana e i Cavalieri Templari, la prima ormai quasi scomparsa e i secondi tra i cartelli minori, sono conosciuti per la visione religiosa della loro missione, per cui l'omicidio degli esponenti dei cartelli rivali equivale ad una giustizia divina.
Los Zetas, considerati dalle polizie antimafia di mezzo mondo come l'organizzazione criminale più violenta esistente. Questi, recentemente, sono entrati nel mirino della DIA italiana per i loro contatti diretti con la ndrangheta calabrese nel traffico di stupefacenti in Italia e Europa.
Il CJNG poi, e il gruppo Los Matazetas, sono principalmente impegnati nella lotta territoriale con altri cartelli rivali.
Tutti questi ovviamente non trattano solo stupefacenti, ma si occupano anche di contrabbando di armi da fuoco, traffico di migranti, estorsioni e altre azioni criminali.

Negli anni fino al 2000 non ci sono particolari interessi al fenomeno da parte del governo, ma è il 2006 con l'elezione di Felipe Calderon che la situazione precipita. Il Presidente Calderon attua alcune drastiche azioni di governo per contrastare il narcotraffico chiamata Estrategia Nacional de Seguridad: una riforma del codice penale, con pene più severe per i condannati, l'aumento delle forse di polizia federale ma soprattutto dell'invio massiccio di forze armate nei punti caldi del paese, a contrastare il fenomeno.
Queste mosse provocarono un crollo della sicurezza nazionale in tutto il paese, anzichè migliorarla. In primo luogo perchè, secondo voci, il presidente Calderon attuò le sue misure secondo schemi che sembrano aver agevolato alcuni cartelli rispetto ad altri. Le stesse azioni militari non hanno sortito inizialmente grandi effetti a parte dell'aver, negli anni, aumentato le esecuzioni da parte dei narcotrafficanti e dell'incremento generale della violenza, contando ad oggi circa 90.000 morti per le violenze sul territorio. In più, l'utilizzo delle forze armate ha scatenato varie gravi violazioni dei diritti umani a danno della popolazione civile per mano dell'esercito stesso, come torture, minacce e violenze sulle donne.
A questo bisogna aggiungere i crimini dei cartelli, sia a danni di altri esponenti che della popolazione civile: estorsioni, rapimenti, violenze, attentati narcoterroristici, corruzione.
Si pensa che non solo le polizie territoriali siano in parte colluse con i cartelli del narcotraffico, ma anche che spesso gli stessi assalti dei criminali vengano fatti fingendosi poliziotti. Nel 2008 avvennero anche molti attacchi (perlopiù con granate) in piazze per feste locali o nazionali, provocando morti e feriti tra i civili, indiscriminatamente. La corruzione è dilagante in Messico e le statistiche sono preoccupanti, sia nel campo della polizia che ovviamente nella politica.
Inoltre, specie in Yucatan e a Cancun, si sono registrati vari rapimenti e omicidi a danni di turisti americani in questi anni.
Oltre questo, consideriamo anche l'incremento della criminalità comune, che non è da sottovalutare.
Infine, il giornalismo, altro tasto dolente. Il Messico è considerato il paese più pericoloso al mondo per i giornalisti, e dall'inizio della guerra sono più di 80 i giornalisti morti per mano dei narcotrafficanti. Ed a questo proposito, vorrei ricordare il grande lavoro che fanno gli anonimi di Blog del Narco e gli altri blogger che si impegnano a diffondere notizie pericolose quotidianamente. Trovate i link ai loro siti qui a lato.

Notizie consolanti arrivano dal nuovo presidente Nieto, che ha promesso una diminuzione del 50% degli omicidi legati al narcotraffico entro la fine del suo mandato, e che sembra ad oggi si siano ridotti di un 10%.

Con questo vorrei dirvi di non spaventarvi e non considerare il Messico una terra di nessuno; se foste stranieri e riceveste notizie dell'Italia e della lotta alle mafie probabilmente avreste le stesse reazioni, eppure conoscete tutti e vivete nelle vostre città.
Anche il Messico è un posto vivibile, bellissimo e sicuro. Forse per certi versi anche più sicuro dell'Italia. Ci sono zone più calde e zone meno.


Lo vedete dalla mappa (via Wikipedia) voi stessi. Nonostante le notizie di ciò che è accaduto e che accade, sono solo alcuni i luoghi dove bisogna stare più attenti, ma per il resto non c'è nulla da temere. Ovviamente vale sempre, come dovunque, la raccomandazione di essere prudenti, e soprattutto di non avere niente a che fare con ambienti e persone che vendono droga.
Lo ribadisco, ho scritto questo piccolo post perchè penso valga la pena raccontare alcune cose, seppur sommariamente come ho fatto io.

giovedì 11 aprile 2013

Cartel de Jalisco Nueva Generacion

Il CJNG è uno dei cartelli del narcotraffico più recenti, ed è il principale in lotta con Los Zetas per il controllo di vari stati e città, ed è molto presente anche in Guadalajara.
Un paio di anni fa avevo visto il loro primo video, e mi avevano particolarmente disgustato.
Perchè sono infidi.
Cercano di essere buoni con la gente, probabilmente compiono meno azioni criminali contro cittadini innocenti, tutto per avere il popolo dalla loro parte. Nel contempo sono ugualmente dei criminali, non meno di tutti gli altri.

Ho appena trovato un loro comunicato della settimana scorsa. Ve lo incollo qui, perchè possiate capire da soli. La traduzione la trovate sotto al video.


"Oggi mercoledì 3 aprile 2013 emettiamo questo comunicato per tutta la popolazione dello stato di Jalisco, con rispetto diciamo a voi e alle forze Federali e Municipali il motivo per cui facciamo questo video, per puntualizzare e rivordarvi che siamo un cartello di ampio criterio.

Ci sono alcuni gruppi che vedendosi sconfitti cercano il modo di screditarci con argomenti che sapete bene tutti noi non facciamo, come pizzo, estorsione o sequestri, cosa invece quotidiana negli altri stati; è noto che qui non succede, tanto che grandi impresari e le loro famiglie, che sono state colpite da altri cartelli in differenti stati si spostano e vengono a vivere qui.

Tutti quelli che appartengono a questo cartello vivono in clandestinità poichè questo richiedono le nostre azioni, però con tutto il rispetto che la società, le autorità, la politica e il popolo messicano meritano, noi facciamo sapere che siamo a completa disposizione per mantenere, nei luoghi dove siamo presenti, la pace e la tranquillità che tanto i messicani desiderano, e per quelli che attentano contro lo stato saranno trattati come meritano.

A loro mando un messaggio del Signore: latrino i cani perchè mentre latrano io so che sto avanzando."

Fate le vostre considerazioni. Io continuo a rabbrividire.

Tanti simpatici animaletti

Una delle cose che credevo arrivando in Messico per la prima volta era che i messicani avessero al loro seguito gli animali più esotici e misteriosi mai visti: chessò tipo pappagalli, iguane, coccodrilli, lucertole che assomigliano a draghi, o almeno topi con il sombrero che corrono velocissimi. Sono dall'altra parte del mondo, mi dicevo, mi ritroverò a dividere il mio piatto con una scimmia egoista.

Il primo animale che vidi appena arrivato fu infatti un labrador. Che con tutta la mia padronanza dello spagnolo, al tempo, lo salutai dicendogli "ciao cane!" e mi stupii pure visto che si girò guardandomi con aria sospetta, forse "perro" lo riteneva più adatto.
Rimane il fatto che in Messico si vedono quotidianamente (o quasi) un sacco di animali particolari, ma anche moltissimi animali da compagnia molto comuni.
Ecco quindi qualche piccolo spunto di riflessione a riguardo degli animaletti che ho incontrato.


I cani. Se ne trovano tanti anche in Messico, ma a differenza dell'Italia non se ne vedono moltissimi in strada. Chi ha il cane quasi sempre ha il giardino, e quindi non lo porta in strada a fare i bisogni, non so se abbiano imparato a farli nel gabinetto ma di sicuro non li fanno sul marciapiede. Così è rarissimo vedere dei pezzi di creta di cane col rischio di calpestarla e poi lasciare dietro di sè quel caratteristico odore di "agua de perro", tipo eau de toilette francese. Finalmente potevo camminare guardando l'orizzonte e non a dove mettevo i piedi... I cani però vanno tanto al parco, e niente, fanno le solite cose da cani. Poi ci sono tanti randagi, certo, e poi c'è il brutto problema delle "peleas de perros", cioè le lotte tra cani, che sono una brutta pratica legata agli ambienti malavitosi (ne ho accennato qui).
Una piccola curiosità che probabilmente già saprete. Il Chihuahua è un cane di origine messicana, e prende il nome dallo stato omonimo. Avevo qui una foto che lo ritrae, a sinistra di un altro esemplare di difficile identificazione, ma non è più possibile mostrarla. Dunque ecco qui un'altra immagine, grazie a scoopweb.com, di un chihuahua locale.



I gatti. Randagi non ne ho visti tanti, probabilmente se li mangiano le iguana. Però la mia vicina di casa francese aveva un gatto, che si arrabbiava se la padrona parlava in spagnolo e quindi doveva sempre parlargli in francese. Io una volta l'ho salutato con "bonjour monsieur le chat" ma non mi ha dato retta. Però mi ha pisciato sul divano.

Le iguane. Tanti le hanno come animali domestici. Sembrano belle da piccole perchè assomigliano a piccoli dinosauri, e ai bambini piacciono tanto. Però crescono...

Leoni, tigri, pantere. Il ritornello è incalzante e ripetuto più volte fa pensare di essere finiti in un vecchio film, ma si trovano anche cose del genere, però le hanno i narcotrafficanti in giardino. Di storie a riguardo se ne trovano tante, ma solo quando (sempre che succeda) questi vengono arrestati si trovano davvero gli animali. Per questo motivo sono stati aperti alcuni zoo, tipo lo Zoologico di Zapopan dove si trovano un sacco di belve ritrovate in possesso a potenti narcotrafficanti.

Trichechi o bestie simili. Dicono se ne trovino spesso sulle coste, ma non ho mai capito bene se sono davvero trichechi come quelli che si vedono in tv o trichechi tipo quelli che si spiaggiano a Rimini da giugno a settembre.

Insetti mortali. Scorpioni, ragni, serpenti e famiglia. L'aeroporto di Durango visto dall'alto, ha delle composizioni di illuminazioni che ricordano la forma di uno scorpione. Dico solo questo.

martedì 9 aprile 2013

A volte è meglio tacere

Uno dei luoghi comuni sul Messico è che essere straniero fa un sacco figo, tranne che se sei un gringo. Allora in quel caso non è che piaci poi molto, però gli italiani in genere sono sempre apprezzati e sono considerati anche gente sveglia e interessante che sa un sacco di cose.
Ora, c'è da dire che Guadalajara non è il Giappone, o perlomeno non è il Chiapas e quindi si passa abbastanza inosservati, tanto di stranieri da un po' tutto il mondo li trovi sempre. 
Quando apri bocca però, il sospetto lo fai venire, specie uno come me che tutto sommato lo spagnolo lo sa, ma che quando c'è da fare dei discorsi difficili poi mi impappino e va a finire che mi sudano le papille gustative e parlo come lo zio toscano che a dire certe lettere o parole ci prova, ma non ce la fa mica.

A quel punto è andata. E se ti è andata pure male ti succede come a me.
Sono a la Gran Plaza in un negozio di dischi che cerco un paio di album di gruppi fichissimi che ho appena conosciuto, tipo gli Zoè e i Caifanes. Arriva un commesso che vuole aiutarmi, e malauguratamente lo assecondo, perchè volevo ascoltare un disco prima di comprarlo per vedere se davvero sarebbe piaciuto. E uno pensa, tanto ci sarà quella solita macchinetta con le cuffie piene di cerume altrui dove il commesso infila il disco e dopo torna a leggere e a fregarsene un po' di tutto.
No.
Il negozio ha una saletta separata con un impianto stereo gigantesco, che per mettere il cd hai bisogno della scala e una poltroncina dove puoi ascoltare tutto nel miglior modo possibile. Ma se tanto io a casa lo ascolto sul pc, mi bastavano un paio di cuffiette piene di cerume, e almeno non sento il commesso fare i suoi commenti.
Ecco, qui arriva il momento in cui, nei commenti musicali, il commesso si accorge che proprio buono buono il mio spagnolo non è, e mi tocca dire che sono italiano. Solo a quel punto mi accorgo di un paio di cose, tipo che il commesso è un po' viscido e che il suo modo di fare in effetti era un pochino mellifluo, ma pensavo a non buttare via dei soldi e mica ci avevo fatto caso. Poi ripenso a quelli che mi avevano detto che Guadalajara è una città con una grossa comunità omosessuale piuttosto libertina. E mi rendo conto anche di essere in una saletta da solo con lui.

Le papille gustative stavolta non sudano, ma ci sono altri punti del corpo che cominciano decisamente a non essere convinti della situazione.
A questo punto vuole sapere qualcosa dell'Italia, ma mica sulla pizza o sugli spaghetti, ma se i gay sono benvoluti in Italia, e cosa ne penso io.
Cerco di sorvolare.
Poi il tipo prende il portafogli e tira fuori una fotografia, è lui in calze a rete e minigonna su un marciapiede che quasi direi che era a lavorare in tangenziale.
Al che sono costretto a fargli notare con un po' più di decisione che a me le donne piacciono, però quelle senza papero, e che non capisco perchè mi fa vedere la foto, e che comunque il disco mi piace e che lo compro.

La cosa grazie a Dio finisce lì. Com'è uso per i commessi, lo porta lui stesso alla cassa, io pago e poi mi dice arrivederci e spera di rivedermi, e non so più se è la normale frase di commiato che si usa o c'è un secondo fine. Poi io non sono bravo con i primi fini, figuriamoci con i secondi che mi vanno in conflitto i pensieri.

Così, giusto per ricordare che talvolta passare inosservati nella vita non è poi tanto male.

Ah, però il disco mi era piaciuto molto, ed era questo:


Magari ne parlerò meglio la prossima volta.

A presto amici!