mercoledì 30 ottobre 2013

Dia de los Muertos

Manca poco ad Ognissanti ed alla Commemorazione dei Defunti, e non poteva mancare un post a riguardo. Forse molti di voi sapranno che queste festività in Messico si svolgono un po' diversamente da come siamo abituati, mentre alcuni probabilmente non ne sapranno niente. Questa è l'occasione buona per parlarne.


Facciamo un piccolo salto nel tempo. Siamo in Messico, più di cinquecento anni fa. Sul territorio ci sono molti popoli con culture diverse, dagli Aztechi ai Maya, e tutti si divertono un po' con quello che sanno fare meglio. Alcuni costruiscono piramidi, altri le trovano già bell'e pronte, altri giocano a palla con il culo ed altri ancora scoprono che scavando si trovano un sacco di belle pepite d'oro luccicante, che non vale poi un granché ma alle ragazze quell'oro così luccicante piace un sacco e allora tutti giù a farci monili.
Tutti questi popoli hanno però quasi tutti una cosa in comune: la visione della morte. Per i popoli mesoamericani la morte non è infatti una cosa così brutta, perchè credevano che tutto continuasse, che la morte del corpo fosse solo un cambiamento e che le anime dei defunti iniziassero un nuovo viaggetto. 

Era divertente perchè non sapevi mai in vita cosa ti aspettava nell'aldilà: se eri morto annegato saresti finito nel paradiso del Dio della Pioggia, dove stavano tutti i morti annegati. Se eri morto in guerra, finivi in quello dove morivano i soldati e così via. A pensarci fa ridere anche me, immaginandomi che dopo la morte ci sarà un paradiso per i francesi, uno per i cinesi e così via, e saremo tutti molto più felici.

Dopo un po' succede che arrivano gli spagnoli, che scoprirono di voler essere amicissimi con i messicani perchè avevano un sacco d'oro, che piace alle fanciulle ma ancora di più ai conquistadores, e quindi per farseli amici li sterminano tutti in quattro e quattr'otto. A quelli che poi erano rimasti in vita insegnano ad adorare il loro Dio e li infarciscono di un sacco di festività, tra cui il giorno dei Santi e dei Defunti.

All'inizio andava fin bene, anche se erano un po' spaesati perchè non capivano come mai il povero nonno Gianni che era andato beato per il suo cammino d'oltretomba come una pasqua ora forse invece si trovava all'inferno perchè gli piaceva "fornicare" con un sacco di belle ragazze, lui che sapeva fare dei bellissimi gioielli. Gli spagnoli dicono che nonno Gianni ha sbagliato, che non si fa e che oltretutto Mammona è un brutto idolo e che bisogna disfarsi di quell'oro mandato da Satana (e che è meglio lo requisiscano loro). Nonno Gianni nemmeno sapeva cosa voleva dire, "fornicare". Ma tant'è.

Poi, però, quando il Messico adotta la religione cristiana, ci si comincia a ragionare un po' sopra. Il 2 di novembre è il giorno in cui bisogna pregare per i defunti, mentre il giorno prima è quello in cui bisogna pregare tutti i Santi, anche quelli che sul calendario non ci sono.
Ora, non per togliere niente a San Crispino che porello lui posto sul calendario non ce l'ha, ma per i messicani veniva molto più semplice pensare che i santi, invece che dei vecchi barbuti che non hanno mai visto, fossero i bambini che gentili e puri erano morti senza aver compiuto malefatta alcuna, e che quindi fossero andati direttamente in paradiso. Caspita! Quindi... Anche il primo novembre, alla fin fine, è per i defunti! Dunque bisogna festeggiare il primo novembre, per i bambini, ed il secondo, per tutti gli altri!

Così piano piano queste feste cominciano a prendere una forma del tutto unica.
Mischiando le tradizioni cristiane come le preghiere e le visite ai cimiteri con le tradizioni locali di creare altari dedicati ai propri defunti o bere un sacco di tequila e ballare e cantare la festività chiamata Giorno dei Morti diventa una doppia festività.
In questi giorni si decorano le tombe con tantissimi e bellissimi fiori, mentre nelle case vengono innalzati altari commemorativi: e su questi altari gli si mette sopra il cibo preferito del defunto, o le sue bevande preferite, o qualsiasi altra cosa che possa piacergli! In più si fanno anche un sacco di dolcetti a forma di teschio, con sopra il nome di chi lo regala, che tanto anche lui prima o poi morirà. Si prepara anche il "pan de muertos" che non è pane fatto con i morti, ma è pieno di zucchero e piace tantissimo ai bambini.
E poi festoni, decorazioni di carta, però che sia tutto allegro, e il più colorato possibile!

Ed ovviamente, spuntano un po' ovunque statuette e raffigurazioni della Catrina. Ve la ricordate?

In questi giorni i morti tornano tra la loro gente, i parenti accolgono i loro spiriti ballando e cantando, perchè è davvero una festa e si è di nuovo tutti insieme, possono condividere tutti i loro sentimenti con i trapassati, e ciò che è più importante, si sta festeggiando la vita, terrena o extraterrena.



Questo è più o meno il Giorno dei Morti in Messico.
Con un po' di ironia, che non guasta mai. 

Buone feste a tutti.

sabato 26 ottobre 2013

Xibalbá!

Il pantheon religioso mesoamericano (e nel nostro caso in particolare, messicano) è estremamente vasto e complesso, e necessiterebbe approfondimenti storici ben più ampi di quanto stiamo per fare oggi. Per introdurre l'argomento, bisogna fare alcune piccole premesse essenziali per la comprensione.

Molte divinità sono comuni alle diverse civiltà presenti nei territori ed i loro culti sono sopravvissuti, nel corso del tempo, assumendo spesso caratteristiche diverse per diverse aree geografiche.
Per un approccio a questo argomento è prima di tutto indispensabile tenere presente che il concetto di "Dio" e di "religione" non può essere paragonato alla nostra cultura occidentale: per i popoli precolombiani, come molte civiltà asiatiche, ogni cosa, ogni elemento del cosmo e della terra su cui vivono gli uomini, fanno parte anche del mondo divino, e rappresentano quindi delle manifestazioni dirette del Soprannaturale. Per esempio alcuni culti come il culto del giaguaro, o del culto della giada, venerata insieme all'acqua come simbolo di purezza e fertilità (guarda caso, anche in Cina la giada ha una valenza religiosa molto prepotente, soprattutto nei corredi funerari).

Un altro antichissimo culto, come gli altri già appartenente al Periodo Preclassico (circa dall'invenzione della ceramica in mesoamerica, 2500 a.c. alla nascita degli Olmechi, mille anni dopo) è il culto delle grotte e delle caverne.  Le grandi maschere con le fauci spalancate poste all'entrata di templi Maya o Olmechi simboleggiano proprio gli antri dei monti, di cui alcuni erano considerati misteriosi accessi alle viscere della terra o vie oscure che conducevano all'inframundo (o oltretomba).

Questo ci porta al nostro vecchio quizzone  . Ve le ricordate queste coordinate? 20.687857,-88.567743
Erano indicazioni geografiche che sul servizio Maps di Google rimandavano a questo, il Cenote di Chichen Itza. Una delle leggende del luogo sostiene che questo in particolare fosse uno degli accessi all'inframundo, o Xibalba.

"Cuatro caminos, solo uno para llegar al Xibalba." E proprio questa era la soluzione del quizzone, a cui Carlo è andato vicinissimo! Complimenti!

Lo Xibalba viene descritto in un testo sacro della popolazione Maya presente in Guatemala, il Popol Vuh, che narra dell'origine del mondo e di molte altre cose, tra cui l'oltretomba ed i suoi governanti, i Signori di Xibalba.



Nel Popol Vuh si legge un passo interessante:

"Después descendieron al camino que lleva a Xibalbá, de pendientes muy en declive. Habiendo descendido así, llegaron al borde de los ríos encantados de barrancos [...]  pasaron sobre ríos encantados con árboles espinosos; innumerables [eran] los árboles espinosos, pasaron sin hacerse daño . En seguida llegaron al borde del río de la Sangre , [y] allí pasaron sin beber. Llegaron a otro río, de agua solamente; no habiendo sido vencidos, lo pasaron también. Entonces llegaron allí donde cuatro caminos se cruzaban: allí fueron vencidos, allí donde cuatro caminos se cruzaban. Un camino rojo, un camino negro , un camino blanco, un camino amarillo; cuatro caminos."

"Poi lungo la strada per Xibalba, il rapido declino. Dopo essere scesi così, arrivarono al bordo dei fiumi contornati da burroni [...] passarono sopra fiumi incantati con alberi spinosi: innumerevoli erano questi alberi, ma passarono senza farsi male. In seguito arrivarono al bordo del fiume di Sangue, e lì passarono senza bere. Arrivarono ad un altro fiume, semplicemente di acqua; non essendo stati sconfitti, passarono anche quello. Quindi arrivarono lì, dove quattro sentieri si incrociano: lì furono sconfitti, lì dove quattro sentieri si incrociano. Un cammino rosso, uno nero, uno bianco ed uno giallo. quattro sentieri."


Trovo molto curiosi almeno due aspetti dell'oltretomba qui descritto: prima di tutto l'aspetto preponderante della discesa, come le discese agli inferi che noi tutti conosciamo (vedi Eracle, tanto per dirne uno, o Dante) ed il fatto che anche in questo caso l'oltretomba non sia identificabile con un non-luogo, ma presente con una definizione fisica precisa dove la paura ed il dolore sono reali e concreti.
Anche la presenza dei tre fiumi, che scandiscono la discesa fino ai sentieri, di cui solo uno porterà di fronte al giudizio dei Signori, è un'immagine molto ben conosciuta alla letteratura del Vecchio Mondo.
Particolare invece, anche se non qui descritto, è la difficile interpretazione degli abitanti del luogo, di cui il Popol Vuh non lascia facili interpretazioni, ma difficilmente può essere inteso come "Inferno" nonostante le errate interpretazioni seicentesche (fortemente influenzate dalla cultura cristiana) ma più probabilmente come un oltretomba più vicino a quello della cultura classica.

Spero che questo post vi sia piaciuto; non esitate a scrivermi, direttamente o tramite commenti, per suggerirmi un approfondimento o anche solo per lasciare il vostro feedback!

venerdì 25 ottobre 2013

Il cartello di Tijuana

Pochi giorni fa avevamo parlato del Cartello di Tijuana, uno dei più violenti e pericolosi del nord del Messico. Vediamo quali sono le reazioni degli ultimi giorni riguardo all'omicidio di Francisco Rafael.

La Federal Drug Enforcement Administration ( DEA , per il suo acronimo in inglese) e il procuratore federale di San Diego hanno annunciato che il cartello di Arellano Felix è stato sconfitto e ha lanciato un "avvertimento" a coloro che cercheranno di di sostituirlo. Chiunque cercherà di entrare al suo posto, sarà perseguito con ogni mezzo.

"La sentenza di Eduardo Arellano segna la fine di un'epoca nella storia del cartello. L'organizzazione di Arellano Felix è finita, e il nostro avvertimento per gli altri che cercano di prendere il suo posto è: ci siamo impegnati a perseguire e arrestare senza sosta coloro che trafficano oltre il confine", ha detto il capo della DEA, William Sherman .

Anche se bisogna dire che in verità il cartello è ancora in vita, la forza del Cartello di Tijuana è diminuita sotto la guida di Fernando Sanchez Arellano, figlio di Enedina, uno dei 10 membri della famiglia allargata, secondo il procuratore generale dello Stato.

La famiglia di Arellano Felix era composta da sette uomini e tre donne: Francisco Rafael, Benjamin, Carlos Eduardo, Ramon, Francisco Javier, Norma Isabel, Alice Maria e Enedina, figli di Beniamino Francisco Arellano Felix Sanchez e Alicia Elizabeth Zazueta, nativi di Sinaloa .
Di questi, Francisco Rafael e Ramon Eduardo sono stati uccisi. Il primo è morto venerdì sera scorso, mentre il secondo è stato ucciso in una sparatoria con la polizia a Mazatlan nel febbraio 2002.
Francisco Javier sconta una condanna a vita; Benjamin sta scontando 30 anni di carcere e Eduardo rischia una condanna di 15 anni, tutti negli Stati Uniti.

Il problema è che nè Carlos e Luis Fernando sono stati accusati dalle autorità di un qualsivoglia crimine. Presumibilmente (secondo alcune fonti) Enedina ha preso il controllo del cartello e poi delegato la direzione al figlio Luis Fernando Sanchez Arellano. Finora, Norma e Alicia non sono stati collegati al traffico di droga.

L' inizio del declino inizia il 18 giugno 2007, quando Francisco Rafael Arellano Felix viene dichiarato colpevole in un tribunale degli Stati Uniti, diventando il primo dei fratelli ad essere giudicato in quel paese . Con la sua cattura sarebbero caduti poi uno ad uno i membri delle più potenti cartelli della droga in Messico...

Lo stesso anno, il fratello Francisco Javier El Tigrillo viene condannato al carcere a vita .

E lo scorso 19 agosto Eduardo si è dichiarato colpevole in cambio di un trasferimento alla stessa cella di suo fratello Benjamin in Florida, che sta scontando una condanna a 25 anni di carcere .

Con gli omicidi dei due fratelli e il fatto che altri tre sono ormai prigionieri, si può quasi dire che, in pratica, il Cartello di Tijuana è morto.

Speriamo.


(Via elblogdelnarco.com)


PS: domani la soluzione al vecchio quizzone, che non era più arrivata...

lunedì 21 ottobre 2013

Google e le sua parole chiave

L'argomento di oggi sarà leggermente estraneo al tema messicano, devo ammetterlo. Ma come dicevo nel post precedente, mi sono messo a sfogliare alcuni dati del blog da febbraio ad oggi. Specialmente il traffico proveniente da Google verso questo sito e le parole chiave cercate.
Quello che ho trovato è stato davvero interessante. Molti visitatori sono entrati su questo blog cercando informazioni su come prelevare dal bancomat in Messico, o su come preparare la michelada (spero vi sia piaciuta!) o per avere informazioni sulla vicenda della lotta al narcotraffico.

Alcune ricerche però, come potete immaginare, sono davvero divertenti!

Ed allora colgo due piccioni con una fava, pubblicandole per il mio ed il vostro ludibrio, ma anche facendo un'opera buona e tentando di rispondere alle loro domande.
Anonimi utenti dell'internet che siete sbarcati su questi lidi, ecco le risposte ai vostri quesiti!


1. Ho bevuto acqua non potabile
Caro utente, forse come prima cosa era meglio rivolgersi ad un medico piuttosto che al Dr Google, eh? Spero si sia risolto tutto con al massimo un po' di cacarella!

2. Animaletti simpatici
Probabilmente sei finito sul post Tanti simpatici animaletti , che di simpatico poi non avevano moltissimo ma Google non sa valutare ancora il sarcasmo. Mi dispiace ti sia trovato delle cucarache! Per scusarmi eccoti un bel gattino! [Via 9gag.com]


3. Ci sono il cartel de jalisco
Umh, sì, esiste. Si chiama proprio così. Penso che anche Google non abbia saputo cosa fare di costui... A parte la grammatica, caro utente, presto farò un post a riguardo!

4. Cocaina riviera maya
Questo campione forse aveva voglia di divertirsi in vacanza. D'altro canto, si sa, i viaggi vanno pianificati per tempo!

5. Come lo chiamo il taxi
Di solito lo si chiama facendo un cenno con la mano, oppure con il telefono. Ci provi e faccia sapere com'è andata!

6. Condividere le sigarette con la ragazza:
Se cerca un modo gentile per presentare alla sua compagna il vizio del fumo, può provare ad iniziare con il tabacco da masticare. Gli uomini del terzo millennio impazziscono per una donna che sa masticare bene il proprio tabacco. No, sul serio, cosa cercava?

7. Costo zigardtte k mesico
Fumare fa male alla salute. Più di quanto si pensi.

8. Il mescal si serve con sale e lime?
Quello era il tequila. Però fa piacere vedere che chi si approccia alle droghe lo fa con un certo stile.

9. Puto significa frocio
Sì. Questo povero utente deve aver passato un intero sabato sera ignaro degli appellativi che gli venivano rivolti! Coraggio, che finchè c'è la salute...

10. Quando c'è solo acqua non potabile
Allora non rimane altro che bere la propria orina!

11. Schiacci cucaracha
Ma c'è bisogno di chiedere a Google? Comunque date una passata con alcool e un po' di scottex per pulire i resti dell'animale!

12. Sega pene
Niente da dire, un signore.

13. Una ragazza per strada ti chiede hai una sigaretta
Probabilmente ormai è troppo tardi. Amico, hai perso una chance!



E voi, utenti con un blog, avete trovato delle parole chiave divertenti nei vostri blog? Oppure siete di quelli che le domande curiose le fanno?

A presto!

domenica 20 ottobre 2013

Facendo un passo indietro

Come vi sarete di certo accorti, ¡No Mames! ha ripreso vita. Qualche mese di inattività mi ha dato tempo per riorganizzare la mia vita personale, ma dall'altro lato mi ha fatto perdere di vista la direzione di questo blog.

Così in questi giorni mi sono preso la briga di rileggere un po' tutto e di esaminare a cosa siamo arrivati, ed a cosa vogliamo arrivare nei prossimi mesi.
Cosa piacerebbe a voi leggere, e cosa piacerebbe a me scrivere.
Sono sorpreso, per certi versi, che la maggior parte delle persone che in questi mesi hanno raggiunto il blog sia arrivata qui per avere informazioni su quanto costano le sigarette in Messico (sì, quello è il post più letto in assoluto) o come prelevare con il bancomat, o come si prepara la Michelada.
E mi ha fatto molto piacere sapere che forse, a qualcuno le mie esperienze ed i miei consigli sono stati utili.

Un altro argomento che però ha avuto un discreto successo sono stati i post pubblicati sul Cartel de Jalisco Nueva Generacion. Questo mi ha dato l'opportunità di riflettere sul fatto che, forse, i pochi lettori che capitano qui (in fondo il Messico è un argomento di nicchia... Non ho mica un blog sul Nuovo Ordine Mondiale delle Scie Chimiche) sarebbero interessati anche ad altro tipo di notizie, di difficile reperibilità.

La notizia di ieri, riportata dai media messicani, conferma l'identità dell'uomo assassinato venerdì a Cabo San Lucas, in Bassa California (splendido stato al confine con gli U.S.A., meta costosa e ambita da molti americani): si tratta di Francisco Rafael Arellano Felix, il maggiore dei tre fratelli alla guida del Cartello di Tijuana.
A quanto pare si trovava ad una festa ed è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa da un killer travestito da pagliaccio.

La notizia in verità non è di estrema rilevanza. Ho scelto di pubblicarla però per informarvi oggi di un appuntamento su questo blog che reputo importante, ovvero una serie di post per trattare con voi gli sviluppi della guerra al narcotraffico in Messico.

La situazione è ancora confusa, il Presidente Nieto non sembra dare forti segnali in questa direzione ed i media nazionali ovviamente non trattano l'argomento con grande interesse. La riluttanza del giornalismo è comprensibile, specie se considerato l'alto tasso di mortalità tra i giornalisti che si occupano della vicenda in questo paese.
In Italia, di conseguenza, l'argomento è completamente sconosciuto ai più. Il massimo della conoscenza, in genere, viene dal piccolo trattato di Saviano sul suo ultimo libro, che non considero degno di attenzione. La sua conoscenza dell'argomento è nulla e il suo piccolo riassunto è trattato con scarsa competenza e superficialità. Probabilmente non più esaustivo del mio piccolo riassunto pubblicato qualche mese fa.

Non so ancora a cosa porterà questa scelta. Spero di poter iniziare un buon lavoro di raccolta delle fonti, e di poterle portare a voi nel miglior modo possibile.
Chiaramente, ¡No Mames! non diventerà un blog unicamente incentrato su questo argomento. Continuerò, se avrete il piacere di leggermi, a condividere con voi alcune piccole esperienze, racconti e curiosità su questo meraviglioso paese e su ciò che ho vissuto (e che vorrei non rimanesse soltanto mio).

A presto, e non dimenticate di iscrivervi al blog per essere aggiornati sui prossimi post!


sabato 19 ottobre 2013

Viva Zapata!

Qualche settimana fa, nelle edicole italiane è uscito Almanacco dell'avventura 2014, dedicato al grande scrittore Decio Canzio ed maestro Sergio Toppi, morti entrambi lo scorso anno a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro.
Volume che io ho acquistato prontamente.



Delle tre storie presenti nell'albo, una in particolare mi ha interessato ed è ciò di cui voglio parlare oggi. Si intitola L'Uomo del Messico, ed è una bellissima lente d'ingrandimento sulle dinamiche della rivoluzione messicana e sui suoi uomini.
Disegnata magistralmente da Toppi, si inquadra nei primi di maggio del 1914, poco prima di alcuni avvenimenti cruciali per le sorti della rivoluzione, le dimissioni del generale Huerta in seguito alla sanguinosa battaglia di Zacatecas vinta da Villa e i suoi uomini (non Claudio, s'intende).
Purtroppo la storia messicana non è particolarmente conosciuta e mi spiace se questi nomi saranno forse poco più che memorie vaghe. Ma proprio per questo, forse, un lettore curioso può trovare una piacevole sorpresa nello scoprire un piccolo pezzo di storia avvincente e avventurosa.

Delle tre storie che compongono l'albo (la prima è L'Uomo del Nilo, mentre la conclusiva è L'Uomo delle Paludi) non è forse la più interessante dal punto di vista della sceneggiatura nè della libertà compositiva di cui è capace Toppi (sfoggiata magistralmente invece nella terza storia, L'Uomo delle Paludi già citato), ma a mio personale giudizio rende merito a quella che è una delle più importanti rivoluzioni della storia del pianeta.

Senza dubbio sanguinosa e deprecabile, ma con il merito di essere stata una vera rivoluzione, fatta dal vero popolo messicano e non, invece, dalla borghesia imperante, bramosa di potere, come le storie del nostro vecchio mondo...

Se vi capita, compratelo.


martedì 15 ottobre 2013

Despiértate!

Sono passati più di cinque mesi, lo so. E nel frattempo sono successe tante cose ed io non ho avuto il tempo per tutte.

Ma l'importante è poterselo prendere. Altrimenti, se non ce lo prendiamo, quando mai lo avremo, il tempo? [cit.]

Per questo, parafrasando lo slogan di un non molto famoso movimento, oggi mi sono risvegliato e ho preso il mio tempo per alcune cose, tra cui questo blog.
Bisognerà rimettersi in pari, riordinare le idee e raccontarne di nuove... 
Se qualche vecchio lettore mi seguirà ancora ne sarò felice. E se ne arriveranno di nuovi li accoglierò con grande entusiasmo.

Grazie!