venerdì 26 settembre 2014

Un uomo ricercato

Avete mai sentito parlare di El Chapo? Ve lo mostro qui sotto, se ancora non lo conoscete.


Dovete sapere che questo signore baffuto, oltre ad essere famoso per i suoi selfie con le mani legate dietro la schiena, fino a sette mesi fa era uno degli uomini più ricercati del pianeta. E mica solo dalle donne, ma anche dalle donne poliziotto (distinguo, perchè le donne poliziotto hanno qualcosa in più delle donne normali, il manganello). Se poi ci aggiungete il fatto che era ricercato anche da uomini poliziotto, beh, immagino vi siate già fatti un'idea di che tipo di personaggio stiamo parlando.

El Chapo è uno che senza tanti peli sulla lingua ha dichiarato di aver ucciso qualche migliaio di persone: due o tremila, ché mica poteva stare lì a contarli, lo sapete anche voi come vanno queste cose.
In poche parole, è un criminale della peggior specie. Prostituzione, droga, armi, morte. Non si è fatto mancare niente. Ma il crimine non paga, dicono, difatti nel 1995 viene arrestato in Messico e rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Puente Grande in attesa di essere trasferito in una prigione federale statunitense.

Ma la prigione federale statunitense non è mica un carcere messicano. A Puente Grande in fondo è un po' come stare a casa sua, la mensa della prigione è discreta e magari ci scappa pure qualche pollastrella del dopocena. E soprattutto ci sono un sacco di amici, dentro e fuori, che possono aiutarlo e sostenerlo come possono.
Immaginatevi come starebbe Totò Riina se lo portassero in una prigione in Svezia. Certo, pulita è pulita, c'è la tv, il riscaldamento autonomo, le sbarre sono targate IKEA... Però non è la stessa cosa, non è come in Italia, lì sei lontano dalla famiglia... O no?

Capirete quindi perchè El Chapo, dopo sei anni di permanenza, all'avvicinarsi del trasferimento, decise per la prima volta di scappare. Per la prima volta, sì.

Io, in tutta la mia ingenuità, avevo immaginato per El Chapo una fuga spettacolare. Uno che si fa chiamare El Tappo deve fare le cose in grande. Pensavo al grande Steve Mc Queen, oppure a Clint Eastwood in Fuga da Alcatraz; oppure ancora a Stallone e alla sua squadra di pallone che pianificano una fuga buttandosi più per gli sciacquoni del water. Qualcosa di questo tipo.

Invece no. El Chapo è scappato dal carcere di massima sicurezza di Puente Grande con l'aiuto di un solo secondino corrotto, nascondendosi nel cesto della biancheria sporca. Cesto che non è stato controllato da nessuno, è passato attraverso porte blindate elettroniche guaste da anni (e mai riparate) e svuotato poi (compreso di ospite) nell'auto personale del secondino senza problemi.

E pensare che persino il nostro Vallanzasca ha fatto di meglio. Lui si è fatto pure venire un'epatite iniettandosi schifezze di vario genere in vena per essere trasportato in ospedale e fuggire più facilmente. Questo è avere talento. Mica i mutandoni sporchi.

La delusione, però, sparisce presto, perchè pare che dopo poche miglia di fuga, con la scusa di avere sete, El Chapo ordina al suo autista di comprargli dell'acqua, e mentre questo è via El Chapo ruba la macchina al suo liberatore. E nessuno lo vede più per altri tredici anni.

Sette mesi fa poi l'han beccato di nuovo e chissà se la prossima volta saprà fare di meglio. Vedremo.


PS:  tutto questo per dirvi che sono fuggito anche io: non dal carcere eh, ma dalle cose che mi tenevano lontano da questo blog.
Dunque posso dirlo davvero: il blog riapre i battenti.

mercoledì 19 marzo 2014

Comunicazione di servizio

Come avrete notato, le mie pubblicazioni si sono interrotte circa quattro mesi fa. 
Purtroppo il lavoro ed un nuovo percorso di studi mi hanno tenuto lontano dal blog, ed ho dovuto cambiare le mie priorità.

Ma ho ancora così tanto, da raccontare...

Gli approfondimenti, i racconti, i consigli per chi si mette in viaggio, le ricette... D'altronde sono temi che richiedono un certo impegno, difficile per me da gestire in questo momento.

Ma vi (mi) prometto che ci riuscirò. Un poco alla volta, forse. L'elettrocardiogramma non è ancora piatto, bisogna solo stimolarlo un po'.

Nei prossimi giorni riprenderò con qualche post, magari qualcosa di divertente. E forse vi racconterò anche qualcosa dei miei progetti, che mi piace sempre raccontarmi un po'.

A presto.

lunedì 18 novembre 2013

Z La guerra dei narcos

Ho comprato questo libro da un paio di mesi, ormai, ma ho avuto ben poco tempo per leggerlo, e troppi altri libri in coda.
Ci sto dedicando del tempo solo ora, e sembra interessante. Ho solo una perplessità iniziale, che vedrò tra qualche pagina se ritenerla fondata o meno.

Presto vi farò sapere che ne penso.

Lo conoscete?